Piani alimentari-Dott.ssa Giulia Russo

Dietista

Piani alimentari

Alimentazione per obesità o sovrappeso
Obesità e sovrappeso sono definiti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come condizioni di anormale o eccessivo accumulo di grasso. In sostanza si mangia più di quanto si dovrebbe. La letteratura scientifica afferma da decenni che tali condizioni sono associate ad un
incremento del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, insulino-resistenza, ipertensione arteriosa e tante altre gravi ripercussioni sulla salute. In relazione alla distribuzione tessutale del grasso si distinguono:
• Obesità viscerale, in cui il grasso è prevalentemente localizzato all’interno dell’addome. Può essere presente anche in soggetti normopeso ed è più elevata negli uomini che nelle donne ed aumenta con l’età e nelle donne dopo la menopausa. Le alterazioni fondamentali dell’obesità viscerale sono l’insulino-resistenza e l’infiammazione cronica.
• Obesità gluteo-femorale, in cui il grasso è prevalentemente localizzato ai glutei ad ei fianchi: le sue conseguenze, a parità di BMI, sono raramente metaboliche e frequentemente meccaniche (artrosi, vene varicose) La terapia dietetica ha come finalità quella di fornire una dieta equilibrata, varia, gradevole e con un contenuto calorico inferiore al fabbisogno calorico, in modo che per soddisfare il fabbisogno energetico vengano consumati i trigliceridi di deposito nel tessuto adiposo e sia risparmiata la massa non grassa (o chiamata anche massa magra).
Alimentazione per condizioni patologiche
Piani alimentari destinati al controllo e alla terapia di condizioni patologiche o disturbi connessi all'alimentazione:
  • diabete
  • ipertensione arteriosa
  • ipercolesterolemia
  • ipertrigliceridemia
  • alimentazione nel paziente oncologico
  • patologie renali
  • patologie cardiovascolari
  • malattie infiammatorie croniche intestinali
  • sindrome del colon irritabile
  • disbiosi intestinali
  • reflusso gastro-esofageo
  • malattie del fegato
  • malattie gastro-enteriche
  • malattie della tiroide
  • squilibri ormonali (menopausa)
  • sindrome dell’ovaio policistico
  • disturbi del comportamento alimentare
Svezzamento e alimentazione pediatrica
Sovrappeso, obesità e sottopeso sono condizioni che spesso cominciano a svilupparsi dall’età infantile, dovute a tutta una serie di cause tra cui: una non corretta educazione nutrizionale da parte dei genitori, motivi etnici, predisposizioni genetiche, cattiva pubblicità, ecc… Tutte condizioni che possono influenzare il normale accrescimento e sviluppo del bambino. I criteri generali per un’alimentazione sana ed adeguata per la prevenzione della malnutrizione (per eccesso o difetto di nutrienti) sono:
• Limitare i grassi animali (non vuol dire eliminarli del tutto)
• Limitare i sali e i fritti
• Limitare la carne rossa e i salumi
• Limitare lo zucchero, i gelati grassi, i dolciumi, le merendine e le bevande zuccherate, specialmente se il bambino è in eccesso di peso
• Mangiare senza fretta, a orari regolari, a TV spenta e conversando serenamente con famigliari e amici
• Fare una buona colazione
Alimentazione in gravidanza e allattamento
Un adeguato apporto nutrizionale è di fondamentale importanza per la salute della madre e del nascituro. In una donna normopeso all’inizio della gravidanza l’aumento di peso auspicabile al termine della gravidanza va da 8 a 10-12kg: 1-2kg nel primo trimestre, 3-4kg nel secondo trimestre, 4-5kg nel terzo trimestre. In gravidanza aumenta il fabbisogno di vitamine e minerali, in particolare aumentano la richiesta di acido folico e, specialmente nell’ultimo trimestre, la richiesta di calcio e ferro. L’obesità della gestante implica che il figlio diventi obeso/sovrappeso nell’infanzia. Nell’ allattamento, un’alimentazione bilanciata, completa e varia, ricca di frutta e verdura, nell’ambito di un corretto stile di vita (astensione dal fumo, moderata attività fisica), è favorevole per la salute della madre e per una buona crescita del bambino. Nella donna che allatta aumenta il fabbisogno quotidiano di acqua, di calorie, di proteine, di vitamine e di minerali.
Piani nutrizionali per intolleranze alimentari
Un’intolleranza alimentare è una reazione avversa dell’organismo verso determinati alimenti. A differenza di quanto avviene nelle allergie alimentari, questa reazione non dipende dall’attivazione anomala del sistema immunitario con i suoi anticorpi; inoltre, si manifesta gradualmente ed è proporzionale alla quantità dell’alimento che viene ingerita (quasi come se l’organismo si “intossicasse”). Tra quelle maggiormente diffuse e riconosciute dalla comunità scientifica vi sono: intolleranza al glutine, intolleranza al lattosio e intolleranza all’istamina.

 
Dieta chetogenica
La dieta chetogenica è un regime alimentare che riduce in modo drastico i carboidrati, aumentando di contro le proteine e soprattutto i grassi. Lo scopo principale di questo sbilanciamento delle proporzioni dei macronutrienti nella dieta è costringere l’organismo a utilizzare i grassi come fonte di energia. In presenza di carboidrati, infatti, tutte le cellule ne utilizzano l’energia per svolgere le loro attività. Ma se questi vengono ridotti a un livello sufficientemente basso esse cominciano a utilizzare i grassi, tutte tranne le cellule nervose che non hanno la capacità di farlo. Si avvia quindi un processo chiamato chetosi, perché porta alla formazione di molecole chiamate corpi chetonici, questa volta utilizzabili dal cervello. In genere la chetosi si raggiunge dopo un paio di giorni con una quantità giornaliera di carboidrati di circa 20-50 grammi, ma queste quantità possono variare su base individuale. Oggi il successo della dieta chetogenica è legato soprattutto alla sua efficacia nel ridurre il peso, ma è importante sottolineare che non si tratta di un regime semplice da seguire. Basta infatti «sgarrare» anche di poco in termini di carboidrati per indurre l’organismo a bloccare la chetosi e a utilizzare di nuovo la sua fonte energetica preferita: gli zuccheri.
Alimentazione per sportivi
L’alimentazione dovrà garantire allo sportivo un apporto energetico appropriato, essere intercalata tra le diverse esigenze (lavorative, di gusto, scelte etiche ecc…) e che sia sempre correlata allo stato di salute, od eventualmente alla storia clinica del soggetto. Il fabbisogno calorico aumenta notevolmente, in base alla durata e alla tipologia di esercizio. Qualche esempio: il consumo calorico/ora è di circa 350kcal nel tennis in doppio, nella marcia veloce e nel ciclismo su strada, 400kcal nel calcio e nel salto, 700kcal nella maratona e nel pattinaggio veloce, 800kcal nel tennis in singolo, 950kcal nella discesa in sci, nel mezzofondo e nella lotta libera. L’apporto calorico deve essere corrispondentemente incrementato, e aggiungendosi all’apporto calorico indispensabile per l’accrescimento (in età evolutiva) e per il normale funzionamento dell’organismo, nel giorno dell’esercizio sportivo si può arrivare a un fabbisogno di 4-5 mila kcal, da coprire con un corrispondente apporto calorico.